
Il Risk Manager nelle RSA: una figura strategica
Data di pubblicazione

Con l’entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), la sicurezza delle cure è stata formalmente riconosciuta come parte integrante del diritto alla salute. Questo ha determinato un cambio di paradigma anche nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, dove il Responsabile della Gestione del Rischio (Risk Manager) non è più una figura “di facciata”, ma una risorsa strategica per la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dell’organizzazione.
Una responsabilità sancita per legge
La Legge Gelli-Bianco stabilisce che ogni struttura sanitaria e socio-sanitaria – pubblica o privata – debba attivare un sistema efficace di prevenzione e gestione del rischio sanitario. I decreti attuativi e gli standard regionali di accreditamento (come quelli della Regione Emilia-Romagna o Marche) richiedono la nomina formale di un Risk Manager e la documentazione delle attività di monitoraggio, audit e miglioramento continuo.
Il Risk Manager è dunque incaricato di:
analizzare eventi avversi e reclami;
gestire il sistema di segnalazioni (incident reporting);
promuovere una cultura della sicurezza tra gli operatori;
monitorare l’applicazione di protocolli e procedure a rischio.
📌 Fonte: Legge 24/2017, art. 1 e 2; DGR Emilia-Romagna 514/2009 e ss.mm.ii.
Dalla reattività alla prevenzione
Oggi non basta più “spegnere incendi”: il Risk Manager efficace intercetta il rischio prima che si manifesti. Ad esempio, riduce il rischio di cadute o infezioni analizzando indicatori, migliorando l’organizzazione del lavoro e formando il personale. Ogni reclamo diventa un’occasione di apprendimento e ogni “near miss” uno spunto per cambiare rotta.
Tutto questo non solo riduce i danni agli ospiti, ma:
abbassa il contenzioso legale;
migliora la qualità percepita;
contribuisce all’efficienza organizzativa.
Gli strumenti digitali fanno la differenza
Nel lavoro quotidiano, il Risk Manager è spesso frenato da fogli Excel, dossier cartacei e sistemi frammentati. È qui che soluzioni come ABCrisk fanno la differenza: un software ideato per il contesto socio-sanitario, che permette di:
raccogliere segnalazioni in modo strutturato;
analizzare cause e trend;
monitorare azioni correttive e indicatori;
generare report in tempo reale per direzione e coordinatori.
Una gestione così organizzata consente di trasformare il rischio in opportunità di miglioramento e facilita la conformità ai requisiti normativi e di accreditamento.
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La sicurezza non si improvvisa: serve metodo, cultura e formazione
La sicurezza nelle RSA non si garantisce per decreto: serve una cultura condivisa, sostenuta da formazione continua e strumenti adeguati. È responsabilità della Direzione generale, dei coordinatori e del Risk Manager fare della gestione del rischio una priorità strategica.
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Fonti:
Agenas – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Manuale di accreditamento per le strutture sanitarie e sociosanitarie. Requisiti di qualità e sicurezza. Roma, 2020.
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Legge 8 marzo 2017, n. 24. Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie. Serie Generale n. 64, 17 marzo 2017.
Ministero della Salute. Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità. Roma, 2018.
Regione Emilia-Romagna. Deliberazione della Giunta Regionale n. 514 del 4 maggio 2009. Accreditamento delle strutture socio-sanitarie: requisiti strutturali, organizzativi e di processo (e successive modifiche). Bologna, 2009.
Regione Marche. Deliberazione della Giunta Regionale n. 1749 del 27 novembre 2017. Requisiti per l’accreditamento delle strutture sociosanitarie. Ancona, 2017.